Cristina Gardumi è laureata all’Accademia di Belle Arti di Verona e all’Accademia d’Arte drammatica Silvio d’Amico a Roma. Inizia a esporre in tutta Italia dal 2012. Vince numerosi premi fra i quali il Celeste Prize e il Premio Arte Laguna. Il suo lavoro è caratterizzato da personaggi dalla testa animale colti in situazioni ritenute imbarazzanti o sconvenienti. Lavora con il disegno e la stampa calcografica su pagine di quaderno delle elementari e altre carte, stoffe, vecchie foto e muri. Sperimenta anche con l’animazione analogica e digitale.
“Il disegno come strumento per indagare la complessità del mondo, attraverso la rievocazione e la traduzione di oggetti dell’immaginazione e della memoria, collettiva e individuale. Disegnare mi serve per mettere alla prova il tempo, i fatti (pubblici e privati) e le situazioni. In questo senso considero i miei lavori esercizi del pensiero. Ciò che resta più visibile al pubblico sono le pagine, o i frammenti, i resti di piccoli “manuali” immaginari, che aprono spunti di riflessione (e azione) su tematiche fondamentali del nostro stare al mondo.
Disegno spesso sulle pagine staccate dai vecchi quaderni di scuola perché trovo la carta più umile e da lavoro la più adatta a raccogliere la mia pratica. La preparo prima con il caffè per spogliarla del suo candore e far  sciogliere parzialmente le griglie prestampate: lì dove le righe casualmente rimangono, diventano appigli spaziali per i miei attori.
Disegno a volte su tessuti, umili o preziosi, senza imprimitura, perché possano trasformarsi sotto gli occhi, mossi dall’aria, e si possano ripiegare facilmente e portare sempre con sé. Amo trasformare l’identità di vecchi abiti, con interventi di stampa che li trasformano in oggetti narranti.
Qualunque sia il supporto, immagino sempre i miei personaggi come attori in scena. Sono uomini e animali insieme perché lo Zoomorfo è per me la sintesi più pura del vivente, un archetipo che in sé ha l’essere umano, l’unica creatura che riconosce la responsabilità e la nomina, e l’animale, l’innocente per eccellenza.”. 

Uno sguardo alle opere

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